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Progetto per fonte battesimale

  • Anno: 2007
  • Tecnica: Tecnica mista su carta
  • Dimensioni: 77x57 cm
  • Provenienza: Dono dell’autore
  • Ubicazione: Sede Via Margreth, Primo piano
  • Autore: Massimo Poldelmengo - Pordenone, 1964
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Questo disegno fa parte della collaborazione di Poldelmengo con l’architetto Davide Raffin nella costruzione del complesso parrocchiale della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Baragalla (Reggio Emilia) del 2007. All’artista è affidata la realizzazione del portone d’ingresso, della vetrata, della custodia eucaristica e del fonte battesimale, a cui si riferisce il presente progetto.

Lo schizzo del fonte, che si caratterizza per la spontaneità del gesto e la freschezza del disegno, è tratteggiato con rapidità, in una sorta di turbine a imbuto, con degli accenni di chiaroscuro ad acquarello. Alcuni elementi aggiuntivi danno l’idea di voler rendere il disegno non un mero progetto, bensì un’opera “autonoma”, indipendente dall’intento progettuale.  Una macchia di colore arancione liquido attraversa il fonte, mentre nella parte alta è stato applicato  un frammento di foglia d’oro recante al centro una croce appena accennata. L’uso della foglia, per la sua capacità di riflettere la luce, richiama la luce divina. L’elemento simbolico religioso è rafforzato da un’altra croce, situata in basso, e dalla presenza, fra il fonte e la foglia d’oro, di tre segni stilizzati del pesce, di chiara ispirazione paleocristiana. Il pesce, in greco ichthýs, ovvero Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr, era usato nelle prime comunità cristiane come segno di riconoscimento. La ripetizione per tre volte del pesce sembra un riferimento alla Trinità. L’associazione fra il fonte battesimale e i tre segni paleocristiani trova, poi, riscontro effettivo nella realizzazione della chiesa.

La poetica dell’artista consiste nella consapevolezza della transitorietà delle cose e del passaggio inarrestabile del tempo. Tale caducità non risparmia nemmeno lo stato attuale dell’arte, che Poldelmengo rappresenta in alcune sue opere, in particolare attraverso l’immagine della scala che ritorna su se stessa, un’invenzione tesa a provocare in chi la osserva un senso di inquietudine e di straniamento, non esente da una certa punta di ironia.

Bibliografia: Stefano Chiarandini (a cura di), Poldelmengo. L’opera del prima, Venti d’Arte, Cormòns 2013, pp. 96-97.