Arte.UniUD

Nuova istocromia

  • Anno: 1990
  • Tecnica: Istochimica
  • Dimensioni: 150x100 cm
  • Provenienza: Dono dell’autore
  • Ubicazione: Palazzo Caiselli, Scala centrale
  • Autore: Carlo Patrone - Bassano del Grappa, 1929 - Udine, 2010
nuova-istocromia.jpg

L’arte di Carlo Patrone attua il superamento della pittura come pratica tradizionale di stesura del colore su di un supporto. Non si interviene sulla superficie coprendola, bensì trasformandola. L’artista, infatti, utilizza diversi tipi di carta e cartone, che vengono trattati con sostanze ossidanti, come permanganato di potassio e sodio iposolfito, che hanno l’effetto di ammorbidirli e, tramite l’effetto di acidi, di portare alla vista la struttura intrinseca del materiale cartaceo. Il colore non è dato per sovrapposizione, ma si rivela insieme a questa sorta di trama irregolare costituita da lignina e cellulosa. L’effetto che emerge è chiamato dall’artista “istocromia”.

Patrone non si pone, dunque, come creatore dell'immagine artistica, se di immagine possiamo parlare, ma come demiurgo impegnato a modificare una situazione già esistente. È un’operazione filosoficamente simile alla maieutica di Socrate: la carta rende visibile, “tira fuori”, ciò che già possiede dentro di sé.

Il colore che si ottiene dopo il trattamento ha un aspetto nebuloso, a chiazze chiare e scure dai contorni  evanescenti, che cambiano di intensità a seconda della reazione di ciascuna parte del supporto, suggerendo un effetto di piani diversi di profondità. In alcune opere gli acidi mettono in evidenza una mappa di crepe e fratture, presentate come ferite o come una sorta di orografia irregolare; nel caso del cartone, invece, affiora una fitta trama a tendina, fatta di righe regolari. I colori ottenuti costituiscono una gamma  che varia dal marrone al viola, dal rosa al giallo o al blu.