Nel parco di una villa veneta

Anno di creazione 1976
Tecnica Olio su tela
Dimensioni 50x80cm
Provenienza Acquisto ex Consorzio universitario, 1980
Ubicazione Palazzo Florio, Secondo piano, ufficio ripartizione personale, stanza 217
Autore Sergio Altieri (Capriva del Friuli, 1930)

Nel parco di una villa veneta è il titolo di una serie di opere del medesimo soggetto, di cui questo dipinto fa parte, e che prosegue fino ad anni recenti. Malgrado il titolo, il paesaggio non è quello di una villa veneta reale, come ha l’artista stesso ha dichiarato, bensì l’interpretazione dell’area verde del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia o di uno scorcio del giardino di famiglia (“Una Gorizia lontana”. Sergio Altieri: tempere su tela 2010-2015, LEG Antiqua, Gorizia 2015, p. 8).

Le pennellate color verde scuro della vegetazione si accostano, senza contrasto, al blu violetto del cielo notturno e della veste della donna stante in piedi al centro. Sono pochi i tocchi di colore che si distinguono dalla massa scura dello sfondo: il rosa pallido della carnagione, il bianco della pietra e il marrone dei tronchi d’albero, il tutto disposto secondo una collocazione simmetrica. Si respira il fascino di un luogo incantato, quasi fiabesco, qual è il giardino dell’abitazione patrizia, che tuttavia non compare nel quadro. Unico accenno di architettura è dato dal semplice colonnato posizionato alla destra dell'osservatore, forse appartenente ad un tempietto decorativo.

I dipinti di Altieri rappresentano figure immerse nella natura, dotate di un’aura magica e misteriosa, dai colori accesi che emergono da uno sfondo scuro. Donne dalla pelle di un rosa irreale, prive di caratterizzazione  fisiognomica, raffigurate spesso nel ruolo di madri, come simbolo di fecondità, al pari della natura rigogliosa. Le figure sono generalmente solitarie ed isolate, quasi raggelate in un riposo idilliaco fondendosi con il paesaggio. È una pittura del silenzio e della quiete, di una visione atemporale e lontana dai clamori della contemporaneità.

L’aspetto formale dei dipinti, lasciati volutamente allo stato di abbozzo, denota un interesse da parte dell’artista per movimenti storici quali il Fauvismo e l’Espressionismo.