Mi dono tutto alla luce
- Anno: 2002
- Tecnica: Acrilico su tela
- Dimensioni: 90x150 cm
- Provenienza: Dono dell’autore
- Ubicazione: Palazzo Caiselli, Secondo piano, corridoio
- Autore: Claudio Mario Feruglio - Udine, 1953
I paesaggi di Feruglio brillano della luce del tramonto, con spazi interminabili che si perdono all’orizzonte, come lande desolate, colline e laghi. La potenza dei colori del cielo, ovvero giallo, bianco e rosso, è enfatizzata dal nero che definisce le ombre del suolo e che “incornicia” i confini del dipinto, come una luce che squarcia l’oscurità della notte. L’effetto che l’artista ottiene è quello di circoscrivere il paesaggio entro un campo visivo chiaramente delimitato ai confini, simile al campo visivo cinematografico che si dissolve oscurandosi ai lati, mettendo meglio a fuoco l’immagine centrale.
La figura umana è sempre presente nel paesaggio. L’uomo, però, non è altro che una piccola parte di quei vasti orizzonti, in una condizione di minorità assoluta rispetto alla grandezza soverchiante della natura, su cui non ha possibilità di controllo. Come nei dipinti di Caspar David Friedrich, l’umanità è in balia delle forze misteriose, quasi soprannaturali, della natura. Il suo vagare lo porta in una lunga esplorazione, nel tentativo di sondare il mistero infinito del mondo. Più che un corpo, l’uomo è un ombra proiettata che si confonde con il terreno. La luce, intesa come presenza divina in una rappresentazione spiritualistica e idealizzata del mondo, è la vera protagonista delle opere di Feruglio, sola rivelatrice della bellezza del creato.
Bibliografia: Feruglio. La voce del silenzio, catalogo della mostra tenuta a Grado dal 7 al 28 luglio 2006, Iniziative Culturali La Manna, Grado 2006, pp. 22-23.