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La grande conchiglia

  • Anno: 1975
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 50x80 cm
  • Provenienza: Acquisto ex Consorzio universitario
  • Ubicazione: Palazzo Florio, Secondo piano, ufficio ripartizione economale, stanza 203
  • Autore: Fred Pittino - Dogna, 1906 - Udine, 1991
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Fred Pittino durante la formazione giovanile studia Cèzanne, Gauguin e l’impressionismo francese; si accosta a Novecento e ai pittori conosciuti nella Milano degli anni Trenta, senza però cedere agli ismi che si succedono nel corso degli anni, preferendo rimanere indipendente nei modi e nelle intenzioni. Nelle sue opere si avverte il forte legame con la sua terra, il Friuli, a cui ritorna nel 1939 per restarci e lavorare a importanti decorazioni murali, fra le quali gli affreschi della parrocchiale di Flambro. Ed è in questo frangente che Pittino assume una pittura fatta di pennellate vibranti e una tavolozza che ricorda il colorismo veneto, alla cui tradizione l’artista guarda con rispettosa ammirazione. Le nature morte che dipinge negli anni Settanta e Ottanta, e fra queste il dipinto in esame, manifestano il gusto del quotidiano reso attraverso un naturalismo commosso e al tempo stesso pensoso, reso con una materia fluida, stesa con tocchi brevi e amalgamati. Sono composizioni di piccoli oggetti, solitamente accostati alla parete in una nicchia con una mensola. La luce, proveniente dall’alto a sinistra, proietta l’ombra bluastra della nicchia sulla parete dello sfondo, solitamente di un grigio tenue o di un bianco abbagliante, secondo un espediente a cui Pittino ricorre spesso in dipinti di questo genere, come Conchiglia (1969), Strumenti e conchiglie (1973) e Griglia e bilancia (1981). Con la maturità, l’artista affina il mestiere e sembra lasciarsi guidare dal piacere del “fare arte”, che trova appunto in queste nature morte una disimpegnata occasione di una pittura chiara e sensuale, senza tuttavia rinunciare del tutto a temi meditabondi ed inquietanti, come nelle contemporanee raffigurazioni dei manichini, assunti quale allegoria di un’umanità solitaria e martoriata.