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Fontana monumentale

  • Anno: 1975
  • Tecnica: Lamiera di bronzo piegata e saldata
  • Dimensioni: 400x60x60 cm
  • Provenienza: Acquisto ex Consorzio universitario
  • Ubicazione: Palazzo Antonini-Cernazai, Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, cortile interno
  • Autore: Luciano Ceschia - Tarcento, 1926 - , 1991
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Quest’opera, insieme ad altre come Sposa rossa e Re nero (1978), sembrerebbe l’anello di congiunzione fra i temi della sfera, dei dischi e degli scudi, precedentemente sviluppati dall’artista (un esempio è costituito dalla serie dei Gong), e le Verticali colorate degli anni Ottanta.

 La scultura di Luciano Ceschia si impone per la tensione verticale, la cui apparente staticità è contrastata dal dinamico dispiegamento di volumi cilindri sporgenti e rientranti, con un gioco di vibrazioni plastiche che offre una moltiplicazione dello spazio disponibile. Le forme circolari presenti sulla sommità sembrano indicare, infatti, la volontà di espandersi dal centro verso l’esterno contemporaneamente su tutti i lati, nel tentativo di stabilire un rapporto con l’ambiente circostante. La  dinamicità di questi elementi aggettanti è assai maggiore in sculture come la Verticale del 1981, situata presso la sede Telecom di Udine. 

Le forme semplificate basate sul cerchio e sul cilindro usate nelle opere dell'artista, da non considerarsi primarie in senso minimalista, alludono alle simboliche costruzioni totemiche dei popoli primitivi e attingono da un sostrato culturale ancestrale. Talvolta queste assumono l’aspetto sintetico del grattacelo, della stele o una forma arborea. La stele, in particolare, diventa l’occasione di dialogo fra antico e contemporaneo, come si evince da titoli come Verticale gotica e Verticale romanica. La critica si è talvolta espressa sulle sculture in ferro di Ceschia sottolineandone il carattere “barbarico”, non solo per i riferimenti culturali, ma pure per la manualità del lavoro artistico, eseguito attraverso processi che richiedono fatica e dedizione. In questo, l’artista è assai lontano dalla pratica minimalista, che tende ad eclissare il ruolo artigianale dello scultore, da Ceschia invece gelosamente rivendicato. 

Bibliografia: Umbro Apollonio, Francesco Testori, Luciano Ceschia, catalogo della mostra tenuta a Vienna all’IIC, novembre – dicembre 1979, tav. 58