Senza titolo

Anno di creazione 1994
Tecnica Olio su tela
Dimensioni 110x110 cm
Provenienza Dono dell’autore, 2008
Ubicazione Palazzo Caiselli, Scala principale
Autore Carlo Ciussi (Udine, 1930Udine, 2012)

Il presente dipinto si presenta apparentemente come momento di rottura rispetto alla precedente produzione di Carlo Ciussi, risalente alla metà degli anni Sessanta, agli albori di un personale linguaggio geometrico che parte da Kasimir Malevic, quando Gillo Dorfles, in occasione di una mostra alla galleria Stendhal di Milano nel 1968 rilevava l’intento matematico e magico di “quadratura del cerchio”, operazione sviluppata nel corso degli anni in diverse soluzioni. Alla solidità e compiutezza delle geometrie di quel periodo, quest’opera contrappone un insieme intricato di linee tracciate a zig zag, volte a formare triangoli di ogni tipo, eseguiti in un rapido, a volte inconsulto, schizzo. Il risultato è la creazione di una sorta di immagine vettoriale, composta da ritmo e articolazione di segni di costruzione spaziale frammentata, sparsi qua e là come i flussi energetici intermittenti di una sorta di sinapsi. Nel caos apparente che contrasta con la regolare scansione dei piani, l’irrazionalità è contrapposta alla razionalità, l’incertezza alla stabilità. Il processo dinamico posto in divenire si pone nell'allargamento attraverso lo spazio, come un universo di galassie che si allontanano l’una dall’altra alla stessa velocità.

All’apparenza questo groviglio di rette tracciate sottilmente sembrano fluttuare in secondo piano, come disegno preliminare per i vettori marcati di nero che risaltano in primo piano. Lo sfondo, di colore arancio, rivela un uso del colore che parte della critica ha paragonato al colorismo veneto.

Questa soluzione si ripropone in grandi pannelli agganciati fra loro come paraventi, in una sorta di pittura murale modulata nell’alternanza di sporgenze e rientranze, il cui movimento ondulato sembra porsi in continuità con le silhouettes danzanti di certe sue sculture serpentine. Il motivo vettoriale compare anche nei gruppi di Colonne, la cui superficie è campita da tinte neutre, quali il nero, il grigio chiaro, la terra rossa; i segni tracciati sono eseguiti con colori opposti a quelli dello sfondo in modo da potersi distinguere. È un connubio fra scultura e pittura, una scultura che quasi sempre si caratterizza per la sua bidimensionalità, aspetto, questo, paradossale, in quanto si tratta pur sempre di solidi a tutto tondo che esprimono la volontà dell’artista di interagire con l’ambiente circostante.

 

 

Bibliografia: Alessandro Del Puppo, Le tendenze attuali, in Paolo Pastres (a cura di), Arte in Friuli. Dall’Ottocento al Novecento, Società Filologica Friulana “Graziadio Isaia Ascoli”, Udine 2010, pp. 371.